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Volevo un foglio – Rassegne stampa – Ottobre 2004

“Volevo un foglio…”
fiaba musicale per ragazzi
su un testo di Giovanni Peli liberamente ispirato al libro
Cosa c’è sotto le stelle di Jostein Gaarder (2003).

Opera vincitrice del Concorso internazionale di composizione “Un’opera per un nuovo pubblico”, destinato alla creazione di una nuova opera per bambini eseguita da bambini.
La competizione è stata organizzata dalla Scuola di Musica di Fiesole in collaborazione
col Teatro del maggio musicale fiorentino.

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Scanner – Cultura e opinioni on line

Volevo un foglio – di Antonio Giacometti e Mauro Montalbetti, Opera vincitrice del Concorso per i trent’anni dalla fondazione della Scuola di Musica di Fiesole, Sabato 30 e domenica 31 ottobre 2004, ore 20.30 Teatro Goldoni Firenze 31/10/2004

“Dovete insegnare ai bambini a disegnare. Saranno i futuri uomini. Un giorno saranno loro a prendere le decisioni importanti. Ma non devono disegnare dal vero: devono disegnare i loro sogni, i loro desideri più intensi!”: è la saggia raccomandazione di Oliver, il narratore di VOLEVO UN FOGLIOŠ, l’opera su libretto di GIOVANNI PELI e musica di ANTONIO GIACOMETTI e MAURO MONTALBETTI che ha vinto il Concorso indetto per festeggiare i 30 anni dalla fondazione della Scuola di Musica di Fiesole. Dopo il grande successo ottenuto nei gioni scorsi davanti all’esigente pubblico dei ragazzi (dai 5 ai 14 anni), il lavoro approda adesso al battesimo di fronte agli adulti nei giorni di sabato 30 e domenica 31 ottobre, alle ore 20,30, al Teatro Goldoni di Firenze. In cinquanta minuti viene narrata la storia di Lik e Lak, due bambini extraterrestri, abitanti del pianeta Sukhavati e desiderosi di conoscere la Terra, la sua storia, chi vi abita, siano essi uomini, bambini o animali (con una particolare predilezione per i gatti). In questo fantastico viaggio iniziatico li guidano Oliver e una marmotta, spiegando loro che all’origine della vita vi sono l’amore e la fantasia, da esercitare al massimo della potenza attraverso il disegno. La musica li accompagna attraverso le varie epoche del mondo e della civiltà occidentale con frammenti dei canti dei trovatori, echi di polifonie e citazioni vivaldiane, reminiscenze belliniane e stravinskijane. Ricco di invenzioni sceniche, di personaggi bizzarri e dai costumi stravaganti (come la Venditrice di gatti o il Clochard), coloratissimo, l’allestimento dell’opera si deve alla fantasia del regista FRANCESCO MICHELI e degli scenografi, costumisti e light-designers GIOVANNA AVANZI e FRANCESCO TARASCO. Al fianco del tenore Stefano Ferrari (Oliver) si esibiscono i giovani solisti della Scuola di Musica di Fiesole insieme all’Orchestra dei ragazzi e al Coro di voci bianche della prestigiosa istituzione fondata da Piero Farulli. A dirigerli è CARLO RIZZARI. I biglietti (posto unico 10 euro), oltre che attraverso i consueti canali di prevendita, possono essere acquistati anche direttamente al Teatro Goldoni (Via S. Maria) a partire da un’ora prima l’inizio degli spettacoli. Teatro Goldoni Sabato 30 e domenica 31 ottobre 2004, ore 20.30 VOLEVO UN FOGLIOŠ di Antonio Giacometti e Mauro Montalbetti Opera vincitrice del Concorso per i trent’anni dalla fondazione della Scuola di Musica di Fiesole Direttore Carlo Rizzari Regia Francesco Micheli Solisti, Orchestra dei ragazzi e Coro di voci bianche della Scuola di Musica di Fiesole Nuovo allestimento in collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole Prima assoluta.

Giovanni Ballerini – Redazione Scanner.it

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Operaclik

Antonio Giacometti e Mauro Montalbetti
Firenze Teatro Goldoni: VOLEVO UN FOGLIO…
testo di Giovanni Peli

FIRENZE – «Due bambini extraterrestri scoprono che l’amore e la fantasia sono all’origine della vita. Poi capiscono che ogni intenso desiderio può diventare realtà: bastano fogli, pennarelli e curiosità. Potranno un giorno i bambini terrestri essere d’accordo con loro? Come è nato il mondo? Perché? Posso avere quello che voglio? A queste domande presto risponderemo, con l’aiuto dei protagonisti di questa fiaba, e della musica che li fa vivere». Firenze, teatro Goldoni, novembre 2004.
Inizia così Volevo un foglio, opera in un atto di Giovanni Peli, musica di Antonio Giacometti e Mauro Montalbetti. L’avventura di Lik e Lak, bambini di Sukhavati, si sviluppa su una pedana circolare posta al centro della platea, ricoperta da pannelli che sono di volta in volta l’intera superficie o un quartiere terrestre, o un foglio su cui disegnare per salvare il mondo. Pubblico nei palchi e su una piccola tribuna in palcoscenico. Sul proscenio, a sinistra e destra strumenti a completare quelli disposti subito lì sotto; al centro un’altra pedana circolare, questa volta più piccola, a proseguire l’azione scenica e a indicare il luogo privilegiato dalla narrazione di Oliver.
La vicenda si dipana in sei scene:

1. un prologo in cui si presenta il pianeta Sukhavati e si affrontano i primi dialoghi (in forma di Canzone e di Recitativo seguito dall’Aria);
2. la creazione/disegno della terra (Canzone e Recitativi con la comparsa del Coro);
3. gli incontri terrestri di Lik e Lak (Preludio strumentale, Recitativi e interventi del Coro);
4. la spiegazione di Oliver – piccola storia del mondo – (Valzer, Rap e Canzone);
5. un disegno per salvare il mondo (Recitativi con Coro);
6. l’epilogo (narrazione fuori campo).

La dimensione spazio-temporale è ben chiarita fin dall’inizio. «Dentro a Sukhavati ci sono mille pianeti, duemila universi e quattromilanovecento lune. La terra è dentro a uno dei duemila universi» […] «È una mezz’ora di Sukhavati / ma sulla terra son già passati / mille anni o qualcosa di più. / Ad ogni passo che noi facciamo / passan secoli di vizi e virtù» e così non ci si mette granché a sviluppare ogni punto, a trovare il gatto desiderato da Lik, ad attraversare il Milleduecentosessantacinque di Dante, il Millequattrocentocinquantadue di Leonardo, il Milleseicentosettantotto di Vivaldi, il Millesettecentonovantotto di Leopardi, il Milleottocentonovantuno di Gramsci, il Millenovecentoventi di Fellini per arrivare all’oggi: fatto di scavatrici, di centri commerciali e di Soldi. «Avete assistito alla distruzione di un prato; ma purtroppo c’è di peggio: la guerra! […] Tutte le favole sono vere qui sulla Terra». I bambini risponderanno con la parola Amore e chiedendo : «Volevo un foglio…».
La pluralità di linguaggi e di stili musicali , usuale nelle composizioni di questi anni, è raccolta da Giacometti e Montalbetti in una griglia semanticamente ordinata che rimanda ogni volta ai contenuti del testo e dell’azione scenica. Il passaggio tra uno stile e l’altro si muove quindi all’interno di cornici ambientali o emotive: «il Disegno-creazione del pianeta terra è descritto con un’Aria disneyana, la presentazione del personaggio un po’ bislacco è affidata a Recitativo e Aria di stampo settecentesco [se non sbaglio momento, con una frase del Così fan tutte], Oliver nelle vesti di barbone metropolitano canta un Valzer popolareggiante, mentre quando va sul filosofico il ritmo è Rap». La dissonanza, impiegata come «agente di colorismo» e non come contrasto, nell’arco dello spettro acustico di Sol ( scelta ancora legata a riferimenti semantici: S come Sukhavati e G come Gaarder, autore del libro da cui è stato tratto il soggetto), distingue i riferimenti all’extra terrestre, lasciando così tutto il resto ad armonie frequentate e sonorità di facile presa, senza che mai, però, risultino banali.
La scrittura vocale comprende numerosi recitati, spesso ritmicamente legati allo sviluppo musicale, ma anche diverse parti cantate. Il ruolo di Oliver, il narratore, richiede voce impostata e con estensione piuttosto ampia, a suo agio sia in tessitura tenorile che baritonale. E’ stato affrontato con risultato convincente da Stefano Ferrari, colpevolmente escluso dalle indicazioni biografiche del programma di sala. I bambini Lak e Lik, impegnati anche loro nel canto impostato, sono stati impersonati con successo da Angelica Busi ed Elena Meozzi come da Eleonora Ronconi e da Alexander Julian Gallo, alternatisi nelle due sere. Il plauso per questo spettacolo, così efficace e pervicacemente intriso di un’apprezzabile istinto di autoconsapevolezza, va naturalmente ai già citati autori di musica e testo, ma non può dimenticare gli ottimi risultati ottenuti dalle due formazioni dell’Orchestra dei ragazzi della scuola di musica di Fiesole dirette dall’attentissimo Carlo Rizzari; il lavoro del regista Francesco Micheli, sempre suggestivo e mai didascalico; l’indolore inserimento di scene, costumi e luci negli spazi del Goldoni, da parte di Giovanna Avanzi e Roberto Tarasco; i suoni preziosi prodotti dai Solisti, dai Ragazzi e dal Coro di voci bianche di Fiesole diretti da Joan Yakkey; dalla coordinazione precisa ed efficace ottenuta da Edoardo Rosadini, per l’assieme musicale e da Massimo Teoldi, per l’allestimento. Merito anche alla volontà e al coraggio del Teatro del Maggio musicale fiorentino, che ha potuto e saputo valorizzare l’insostituibile ruolo che la Scuola di Fiesole ha nella formazione delle giovani leve del nostro teatro musicale.
«Bravo!»

David Toschi

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La Nazione

TEATRO GOLDONI – “Volevo un foglio…” Per disegnare i sogni

FIRENZE, 29 OTTOBRE 2004
Saranno i futuri uomini. Un giorno saranno loro a prendere le decisioni importanti. Ma non devono disegnare dal vero: «devono disegnare i loro sogni, i loro desideri più intensi!».
E’ questa la raccomandazione di Oliver, il narratore di «Volevo un foglio…» (nella foto una scena dello spettacolo), l’opera su libretto di Giovanni Peli e musica di Antonio Giacometti e Mauro Montalbetti che ha vinto il Concorso indetto per festeggiare i trent’anni dalla fondazione della Scuola di Musica di Fiesole.
Dopo il successo ottenuto nei gioni scorsi davanti al pubblico dei ragazzi (dai 5 ai 14 anni), il lavoro approda adesso al battesimo di fronte agli adulti, domani, sabato 30, e domenica 31 ottobre (alle 20,30) al Teatro Goldoni. In cinquanta minuti viene narrata la storia di Lik e Lak, due bambini extraterrestri, abitanti del pianeta Sukhavati e desiderosi di conoscere la Terra, la sua storia, chi vi abita, siano essi uomini, bambini o animali (con una particolare predilezione per i gatti).
In questo fantastico viaggio iniziatico li guidano Oliver e una marmotta, spiegando loro che all’origine della vita vi sono l’amore e la fantasia, da esercitare al massimo della potenza attraverso il disegno. La musica li accompagna attraverso le varie epoche del mondo e della civiltà occidentale con frammenti dei canti dei trovatori, echi di polifonie e citazioni vivaldiane, reminiscenze belliniane e stravinskijane. Insegnare ai bambini a disegnare i sogni.
In prima assoluta, l’opera è affidato al regista Francesco Micheli, mentre l’orchestra è diretta dal maestro Carlo Rizzari. Al fianco del tenore Stefano Ferrari si esibiscono i giovani solisti della Scuola di Musica di Fiesole insieme all’Orchestra dei ragazzi e al Coro di voci bianche della prestigiosa istituzione fondata da Piero Farulli. Come accennato, l’opera narra la storia di due bambini extraterrestri desiderosi di conoscere la Terra, la sua storia e i suoi abitanti, uomini e animali, un fantastico viaggio meraviglioso alla scoperta dell’origine della vita.
Di grande effetto l’impianto scenografico, particolarmente curato nei costumi e ricco di invenzioni sceniche, di personaggi bizzarri e dai costumi stravaganti (come la Venditrice di gatti o il Clochard), coloratissimo, l’allestimento realizzato grazie alla fantasia del regista Francesco Micheli e degli scenografi, costumisti e light-designers Giovanna Avanzi e Francesco Tarasco.
«Questa opera — ha sottolineato Sandro Cappelletto, vicedirettore artistico della Scuola di Musica di Fiesole — nasce con l’intento di creare un repertorio di teatro musicale per l’adolescenza che è ancora poco presente nella tradizione teatrale italiana». I biglietti (posto unico 10 euro) potranno essere acquistati anche direttamente alla biglietteria del Teatro Goldoni a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Alessandra Giunta