VERSO IL 2000
Dizionario dei giovani compositori italiani
Cento schede critiche sui maggiori autori nati negli anni Quaranta e Conquanta
di Renzo Cresti
ANTONIO GIACOMETTI (1957)
Il termine postmoderno deriva dall’inglese “post-modern” e per la prima volta venne applicato nel linguaggio architettonico degli anni Settanta. Una delle caratteristiche è quella dell’utilizzazione pragmatica della storia in toto, tirandosi fuori da quel concetto lineare di conseguenzialità che ha per secoli dominato l’idea della storia, ora vista da una posizione laterale, di eccezionalità. Storia e attualità si con-fondono, in una nevrosi dell’immediato che porta a consumare rapidamente idee ed esperienze culturali, così possiamo assistere al fenomeno di autori giovanissimi che hanno già alle loro spalle una grossa produzione, un’infinità di esperienze, una molteplicità di pratiche linguistiche.
Uno di questi giovani interessanti è Giacometti, compositore, didatta, saggista: inizia a scrivere nel ’79 con Tre frammenti di Alceo, poi la sua produzione rispetta ritmi regolari e piuttosto sostenuti, sempre dimostrandosi di qualità, tanto da vincere o essere segnalato a numerosi concorsi. Fra le sue partiture più recenti si possono segnalare: Sonata per chitarra dell’87, Le allucinazioni di Watt (1988), Vibrationen e La neige est bianche, questi ultimi due brani risalgono all’89 e appartengono alla maturità dell’autore.