SAXOFONIA – Danilo Perticaro – EMA-VINCI
di Ruben Marzà
Il saxofono è solo, sospeso in un vuoto cosmico che tuttavia, come un delicato caleidoscopio sonoro, ne rispecchia ogni minimo movimento. È solo, terribilmente e meraviglioso esposto in ogni suo respiro, ogni colpo di lingua o rumore di chiavi si riverbera in mille frammenti tra i quali l’originale si nasconde e si confonde. La polifonia, latente in ogni strumento, si attua qui nel dialogare del saxofono con se stesso, con le proprie infinite, contrastanti personalità e nel suo sfuggire, grazie al miracolo elettronico, alle leggi dello spazio e del tempo.
Saxofonia rappresenta la prima, sostanziosa tappa di un viaggio europeo dedicato alle nuove composizioni per saxofono: un progetto che già in questa prima incisione prende forma in maniera estremamente suggestiva, sia dal punto di vista strumentale che da quello compositivo.
Ideatore ed esecutore è Danilo Perticaro, giovane saxofonista calabrese con alle spalle una notevole esperienza di performer e direttore artistico: la sua familiarità con la musica contemporanea (si è perfezionato, tra l’altro, a Roma con Enzo Filippetti) emerge prepotentemente in Saxofonia, vera e propria esplorazione a 360 gradi di ciò che il saxofono – soprano e contralto, in particolare – può offrire ai compositori e agli ascoltatori dei nostri giorni.
Come suggerito dalla elegante onda tricolore in copertina, il disco raccoglie opere di sette autori italiani, assai diversificati per provenienza e curriculum: dalla Sicilia alla Lombardia passando per Roma e la Toscana, nomi storici del panorama nazionale si affiancano a giovani emergenti in una tracklist che si rivela tuttavia qualitativamente omogenea. Fil rouge è la presenza dell’elettronica, decisiva nella maggior parte dei brani (Der Erde, Bricks, World Cries), assente in altri (Estensione
dell’ombra, Tourbillons); anche in questi ultimi, tuttavia, colpisce l’ampiezza del repertorio timbrico, dinamico e percussivo messo in luce da Perticaro. Si potrebbe forse azzardare l’ipotesi che già il titolo, Saxofonia, sia indicativo di questa concezione totale e polifonica dello strumento, del saxofono come oggetto sonoro complesso e versatile.
Oggetto sonoro che, sospeso in una dimensione quasi cosmica (non a caso Stefano Taglietti dice di essersi ispirato, per la sua Der Erde, alle sonorità del progressive tedesco e della Kosmische Musik), si trova spesso a confronto con il silenzio, altro grande protagonista del disco, ma che altrettanto spesso dialoga con i materiali sonori generati dall’elettronica, o con altri saxofoni (Enzo Filippetti e Francesco De Cicco sono presenti, rispettivamente, al contralto e al baritono).
Negli ultimi due brani, all’esplorazione dello strumento si lega poi una precisa denuncia di carattere etico e sociale: Bricks, che vede il giovane compositore toscano Andrea Benedetti affiancato dal live electronics di Davide Martiello, non è solamente un omaggio strumentale alla Pop Art di Roy Lichtenstein e all’iconico mattoncino Lego, ma anche il tentativo di rendere con “suono plastico” la cultura usa e getta che caratterizza la realtà contemporanea; per World Cries, invece, dall’emblematico sottotitolo «some musical thoughts about suffering», Antonio Giacometti fa utilizzo di un gran numero di materiali musicali spuri (canti mediorientali, esplosioni, voci in lingue diverse) e di un impianto drammaturgico per intessere un canto di denuncia e rifiuto dei canoni estetici tradizionali – rei di distogliere lo sguardo da troppe ingiustizie, nascoste sotto un’idea ormai impraticabile di bellezza.
Lavoro impegnato e impegnativo, ricco di sfumature che si svelano e si apprezzano ascolto dopo ascolto, Saxofonia costituisce un’ottima prova iniziale per il progetto di respiro continentale intrapreso da Perticaro; progetto che, nel dare spazio e voce a tutta una nuova letteratura saxofonistica, si preannuncia di grande valore e interesse.