MUSICA CONTEMPORANEA E EDUCAZIONE:
L’ALUNNO AL CENTRO DELL’ESPERIENZA
di Francesco Villa
Se si entra in un’aula di scuola materna o elementare č abbastanza probabile che alle, pareti siano appesi dei lavori di educazione all’immagine che rivelano una sperimentazione compositiva ed espressiva riconducibile alle poetiche del novecento: studi sul colore, composizioni modulari, statue mobili alla Calder, collages, azioni gestuali con i colori a dita e via dicendo. Ma se ai bambini di quella stessa scuola si chiede quali esperienze musicali abbiano condotto č altrettanto probabile che essi rispondano attaccando una filastrocca musicale, dove un ippopotamo aveva dato una festa invitando gli altri animali. Una festa in cui certamente ci si diverte e si impara a cantare a tempo, ma dove la creativitā e le produzioni musicali dei bambini non sono pariteticamente invitate.
Una festa in cui viene rimandata ancora una volta quell’occasione di incontro “storico” fra la musica contemporanea e le modalitā espressivo-musicali dei bambini (Delalande).
Č perciō importante che il dibattito su una pedagogia musicale collegata anche alle tematiche della musica contemporanea rimanga vivo e si confronti in modo permanente con i cambiamenti in atto, sia nei linguaggi sia rispetto al quadro sociale in cui tali linguaggi operano.
Ciō permette innanzitutto di mantenere in vita e dare sviluppo a un approccio al suono – e alla sua organizzazione nel tempo – pių aderente alle prime esperienze esplorative dei bambini. Un ripercorrere in qualche modo la rivoluzione avvenuta nel secondo Novecento, durante la quale i materiali si sono allargati all’infinito e alcune variabili “secondarie”del suono, quali il timbro e lo spazio, sono divenute strutturali, permettendo l’esplorazione di una molteplicitā di nuovi procedimenti combinatori spesso assai pių diretti e intelligibili rispetto a quelli del passato e che hanno determinato al contempo nuovi spazi di fruizione e nuove modalitā di ascolto.
Come sottolinea la curatrice del libro Anna Rita Addessi, attorno agli anni ’70, vi č stato in Italia una sorta di sposalizio fra la sperimentazione musicale e quella didattica in cui la centrazione veniva spostata ((da una didattica dei contenuti […] a una didattica delle strutture, del loro funzionamento e dei loro significati”.
Il libro si pone in continuitā rispetto a tale approccio, ristrutturandolo al contempo sulla base delle nuove tematiche sia culturali sia psicopedagogiche. Vi č perciō una duplice finalitā: da una parte (ri)aprire la riflessione su come la musica contemporanea possa essere utilizzata nell’educazione musicale nei diversi livelli e ambiti formativi, dall’altra far sė che si sviluppi una familiaritā, una sensibilitā, una curiositā e una capacitā di lettura rispetto ai linguaggi musicali di oggi.
Si tratta di una pubblicazione dal carattere prevalentemente operativo, le cui proposte o esperienze vanno dalla scuola materna a quella superiore e oltre, comprendendo inoltre tre saggi relativi alla propedeutica e alla didattica strumentale e uno sulle nuove tecnologie utilizzabili a scuola, toccando i diversi ambiti di attivitā: composizione, esecuzione, ascolto-analisi.
Non manca perō la riflessione teorica, a partire dal primo saggio redatto dalla curatrice, riflessione che poi prosegue negli altri sei contributi (Barontini e Bartolini, Busi Roncalinj e Pertusini, Rebaudengo, Giacometti, Addessi, Gaggiolo).
Riprendendo il tema delle esperienze degli anni settanta, Giacometti sottolinea la necessitā da parte degli educatori di interrogarsi su cosa significhi oggi musica contemporanea, etichetta ormai ancora pių generica di musica classica. “Oggi, prendere atto della complessa pluristratificazione dei mondi musicali in cui siamo immersi significa innanzitutto cercare in ciascuno di essi, e nel rapporto dialettico che lo lega a ciascun altro, la chiave di volta per educare il bambino alla valorizzazione delle diversitā, alla conoscenza dei modi in cui si affermano, alla ricerca di sintesi possibili in grado di arricchire la comunicazione simbolica” (p. 70). Un mare magnum affatto diverso, pių post-moderno e meno facente capo a quei sistemi logici compatti (serialismo, aleatorietā e musica concreta) in cui si muovevano i compositori e gli educatori di trent’anni fa.
Forse č perciō possibile inquadrare il rapporto tra musica contemporanea ed educazione musicale in una prospettiva in cui la non linearitā dell’apprendimento e la necessitā che l’alunno sia esso stesso costruttore della propria conoscenza all’interno di una societā multiculturale viene coniugata con la sperimentazione linguistica e la molteplicitā delle poetiche musicali del nostro tempo, comprese quelle in cui la contaminazione costituisce la matrice prima.
Ad esempio il contributo di Barontini e Bartolini approfondisce il tema dell’attivitā di composizione da parte dei bambini (anche) come efficace strumento di sviluppo cognitivo, a partire dal riferimento alle pių recenti riflessioni in ambito psicologico sulla non linearitā dell’apprendimento. E perciō possibile delineare un percorso all’incirca dai tre ai dieci anni in cui i bambini passino gradualmente da un qui e ora, ossia dalla giustapposizione arbitraria di eventi musicali, alla conquista di una strutturazione del tempo musicale e conseguentemente di una capacitā formale direttamente connessa allo sviluppo dei processi di categorizzazione e concettualizzazione, a partire dalla spinta motivazionale determinata da un’intenzionalitā espressiva. Giā nelle prime esperienze vi č la potenzialitā di queste tappe, poiché “anche se la stesura della composizione avviene seguendo prevalentemente una successione lineare, i procedimenti messi in atto dai bambini non si limitano affatto a operare su frammenti isolati. L’intento comunicativo agisce da meccanismo unificatore>” (p. 16).
Al contempo, l’idea di contaminazione musicale, non pių in chiave esotica “ma come traduzione simbolica ed estetica di radici antropologiche profonde” (Giacometti, p. 70), costituisce un potente strumento di conoscenza dell’altro in un contesto di trasformazione della nostra societā: “L’idea di cultura che soggiace a questo intento č quella che evidenzia i legami tra le cose, il rapporto che intercorre tra un oggetto e gli altri, la molteplicitā come relativitā. In un’ottica pedagogica ciō significa credere che l’identitā derivi anche dalle interferenze cooperative o conflittuali e dai contatti che la storia ha creato con l’altro” (Busi Roncalini e Pertusini, p. 34).
Anna Rita Addessi (a cura di), Le metamorfosi del suono, Quaderno della Siem, Serie Didattica, n. 15, EDT, Torino, 2000, pp. 119, s.i.p.
Musica Domani – n.120 – Settembre 2001