L’opera chitarristica di Antonio Giacometti
di Giulio Tampalini
Conosco i lavori chitarristici di Antonio Giacometti dal 1988, quando ho avuto l’occasione di suonare in prima esecuzione assoluta la “Piccola Suite Intervallare”, che mi ha dato, tra l’altro, la possibilità di vincere il mio primo concorso chitarristico a Lagonegro, dedicato alla musica del Novecento per chitarra.
L’anno successivo ho intrapreso una sfida interpretativa ardua e avvincente con un’opera cardine della produzione giacomettiana, “L’ Estasi del moto”, in cui gesto sonoro e analisi motoria si vestono di mille colori e direzioni possibili.
Negli anni successivi ho studiato ed eseguito altri lavori del compositore bresciano, tra cui il breve e intenso “Die Stimme der Stille” e nel 1994 ho presentato al Festival Internazionale di Busto Arsizio “European dream in a south-pacific summer”, passaggio fondamentale nella poetica di Giacometti verso una progressiva fusione tra linguaggio etnico e cultura musicale occidentale.
Ricordo ancora nel 2001 l’esecuzione a Catania del brano intitolato “Verso l’alba di un mondo improbabile…” con il pubblico letteralmente rapito dai molteplici piani espressivi e significati di questa preziosa composizione.
Non posso che ritenermi con soddisfazione uno dei più decisi sostenitori dell’opera chitarristica di Antonio Giacometti, anche alla luce anche di un approfondimento personale svolto sulla musica contemporanea per chitarra composta negli ultimi decenni. Mi auguro sinceramente che nei prossimi anni la sua opera divenga parte del repertorio chitarristico comune a tutti e sono, del resto, sicuro che saprà arricchirsi di ulteriori vette compositive. Allo stesso tempo, infine, sento come un piacere e un onore aver dato alla sua produzione per chitarra, se fosse servito, un piccolo personale contributo esecutivo.