Per gli studenti delle scuole di didattica
ADESSO TI INSEGNO A INVENTARE UN PEZZO
Le analisi arrivano sino a Orff e ai minimalisti
di Luigi Fertonani
Antonio Giacometti, Linguaggi e forme per inventare,
Milano, Rugginenti Editore, 168 pp.
Il volume di Antonio Giacometti parte da un’occasione ben precisa, nell’ambito dell’insegnamento della musica nel nostro Paese, quella della costituzione nei Conservatori italiani della scuola di Didattica della Musica.
Questo volume non è dunque soltanto una proposta di lavoro, ma anche una vera e propria riflessione sulla composizione musicale, le sue prospettive nell’ambito di un’esperienza non solo nazionale, raccogliendo anche le numerose suggestioni che all’autore sono venute nel suo percorso da campi limitrofi a quello musicale, ad esempio quelli dell’analisi, della semiologia e dell’.etnomusicologia. Campi che formano una parte importante di quell’humus dal quale Antonio Giacometti fa partire una serie di semplici percorsi creativi, all’interno di sistemi musicali ben precisi, mantenendo sempre uno stretto aggancio con le attività didattiche e il lavoro di animazione in ambito scolastico.
In questa prospettiva il volume di Antonio Giacometti servirà sicuramente come base per lo studio degli elementi di composizione nella scuola di Didattica della Musica nei Conservatori, ma potrebbe servire anche come spunto prezioso agli insegnanti presenti nelle ormai numerose Scuole Medie a indirizzo musicale presenti sul territorio; insegnanti che, diciamolo francamente, stentano troppe volte a trovare materiale adeguato, creativo e innovativo per la loro attività didattica.
Dal punto di vista pratico Antonio Giacometti ha scelto di basare le sue proposte operative su tre sistemi musicali, quelli che si rifanno alla pentafonia, alla modalità e alla tonalità; le esperienze vanno dall’improvvisazione come pratica di lavoro alla costruzione ragionata di architetture musicali, da quelle molto semplici fino alle strutture più complesse. Il tutto in un “autoverifica” costante dei processi teorici e operativi proposti, attraverso un’analisi attiva di brani musicali come ad esempio il completamento di brani d’autore intenzionalmente lasciati incompleti, oppure con il confronto fra varianti di uno stesso passaggio.
Il volume non poteva escludere uno sguardo al minimalismo, cogliendo la complessità tecnica dell’apparente semplicità di questo modo di proporre musica che ha oggi una grande fortuna; ma gli insegnanti vi troveranno anche proposte più “tradizionali” come quella legata alla realizzazione strumentale dei canti a due voci (con uno sguardo anche a Carl Orff) o quella, nel campo dei fondamenti dell’armonia tonale, sulla modulazione.
Il tutto inquadrato in una vera e propria miniera di proposte operative.
Giornale della Musica – Didattica,
n. 158 marzo 2000 pag. 24