MUSICA THEORICA SPECTRUM
(Rivista di Analisi e Pedagogia musicale),
n. 1, Gennaio 2002, Edizioni Curci, Milano
di Luciano Pasquero
ANTONIO GIACOMETTI – MAURO MONTALBETTI
INSIEME PER SUONARE… INSIEME PER CAPIRE!
Corso per gruppi strumentali e classi di musica d’insieme di primo livello,
con giochi e varie riflessioni sulla musica
Milano, Edizioni Curci, pp.82, s.i.p.
La lezione di gruppo è un espediente per risparmiare tempo? La musica d’insieme è una concessione allo svago quando gli alunni non ne possono proprio più di macinare esercizi? La risposta è no, per la natura stessa dei “ferri” del mestiere (la musica è -salvo particolari eccezioni -avvenimento interattivo e collettivo e come tale deve essere inteso anche nel primo approccio) e per la natura di chi la fa (specialmente da piccoli, si apprende in modo più profondo e significativo, oltre che volentieri, in un rapporto di relazione tra pari).
Insieme per suonare. ., non è un’ antologia di brani per ensemble di bambini, ma un vero e proprio percorso di apprendimento: nelle prime tre sezioni un racconto da sonorizzare fa da sfondo integratore di attività musicali e per riflessioni ed approfondimenti su alcune grandi direttrici di esplorazione: il timbro, il controllo ritmico-metrico, l’organizzazione linguistica delle altezze, i principi costruttivi della ripetizione e della variazione.
Nella quarta sezione, la musica d’insieme diventa microteatro musicale: non sottofondo ad un’azione scenica, ma essa stessa teatro, gioco drammatico e comunicazione.
Elaborate sulla scorta di una lunga esperienza come animatori di gruppi d’assieme, le attività presuppongono un bagaglio tecnico minimo, dominabile da bambini di 7/9 anni; l’organizzazione dei materiali è semplice e l’immediata resa espressiva, unita ad un’agevole comprensione dei concetti, è piacevolmente conciliata con un sound godibile dai ragazzi.
Insieme per suonare… è un progetto aperto, non solo all’indispensabile adattamento per organico effettivamente disponibile, ma anche e soprattutto alla contestualizzazione nel cerchio delle esperienze musicali pregresse del gruppo di lavoro. Può spianare la strada sia alle attività più tradizionali di musica d’insieme che all’esplorazione del linguaggio della “nuova” musica.
Una simile pubblicazione non può che essere definita coraggiosa, vista la scarsa diffusione che purtroppo ancora conoscono le classi di propedeutica strumentale nelle scuole di musica e la tendenza ad utilizzare – quando queste esistano – metodologie che solo esteriormente si discostano da quelle tradizionali. Ci auguriamo che, in un futuro non lontano, l’indirizzo musicale della scuola media venga esteso a quella di base, fornendole un degno banco di prova.