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A proposito di Hausmusik – Brescia Musica – Febbraio 2001

A proposito di Hausmusik
LA FABBRICA DEL CIOCCOLATO

di Mariella Sala

Avevo conosciuto l’esperienza de “I nove della domenica” proprio da un articolo di BresciaMusica, qualche numero fa, e ne ero rimasta, subito, fortemente impressionata, perfino il nome mi è piaciuto fin dall’inizio, per le colte reminiscenze che fa ironicamente affiorare:
Noi, dieci noiose domeniche d’inverno le passiamo così, suonando, giocando e mangiando i dolci […]. Poi, in primavera, siccome ci prendiamo gusto, alcune domeniche continuiamo a passarle lo stesso così. E voi?
In poche parole, il compositore e didatta Antonio Giacometti da tre anni accoglie in casa propria – appunto la domenica pomeriggio, ogni due settimane – un gruppetto di ragazzini-musicisti che frequentano i “Corsi di avviamento strumentale” organizzati dalla Siem (molti, adesso, il Conservatorio). Suonano, cantano, giocano, mangiano le torte.
Incontro dopo incontro, l’affiatamento aumenta, il desiderio di suonare insieme anche.

Avere a disposizione una specie di “compositore di corte” che può scrivere quello che serve quando serve non è fortuna di poco conto: sommata all’entusiasmo dei ragazzi rende concreta la possibilità di lavorare su un progetto di ampio respiro. Una “drammaturgia musicata”.
Il testo scelto è La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl, un classico della letteratura per ragazzi: la storia di un gruppetto eterogeneo di bambini in visita alla misteriosa fabbrica di cioccolato Wonka, il cioccolato più buono del mondo. Il lieto fine, come nella migliore tradizione favolistica, vede il bambino buono e povero (Charlie) trionfare e ricevere la fabbrica in dono mentre gli altri man mano vengono inghiottiti, per una sorta di “legge del contrappasso”, dall’ingigantimento dei loro piccoli difetti.
Al Teatro Piamarta, il 17 dicembre scorso, il debutto.
L’auditorium è colmo di un pubblico che si capisce affettuosamente vicino ai protagonisti, tanti bambini che corrono fra le file di sedie prima che lo spettacolo inizi, amici impegnati da sempre nella didattica musicale.
L’esperienza che sta per cominciare sarebbe forse già un valore così: un regalo ad amici e parenti, senza troppe pretese; si rivelerà, al contrario, un avvenimento che vola alto, per la bellezza dell’insieme e per la cura appassionata di ogni particolare.
Giacometti introduce: emozionato lui (almeno così è parso), ancora più emozionati gli esecutori. Spiega il lungo percorso che fin lì ha portato, non nasconde i momenti di stanchezza che si sono dovuti affrontare, la continua motivazione da sostenere.
Poi lo spettacolo. Sul palco i “Nove della domenica” (età compresa fra i 10 e i 13 anni): 2 flauti (uno anche sax contralto), 3 violini, la tastiera a quattro mani, il violoncello, l’arpa, impegnati anche a fare da voci recitanti, a cantare, a suonare le percussioni. Le musiche originali, varie per stile (c’è anche un rap) e per organico, sono dello stesso Giacometti. In scena l’attore Lorenzo Ricci, davvero bravissimo a porgere al pubblico la vicenda del piccolo Charlie.
La curiosità si è presto trasformata in attenzione, e in compiacimento. Non si può ricordare, dopo un solo ascolto, tutto quello che si è sentito. Si ricorda, però, l’impressione generale, che è quella di uno spettacolo studiato e preparato in maniera professionale, senza nulla di approssimativo: le musiche, misurate sulle capacità degli strumentisti, sono ben eseguite; i movimenti scenici -per quanto minimi – sempre precisi.

Oltre la naturale e obbligata preoccupazione, si capisce la profonda convinzione, direi la gioia, con la quale i musicisti si muovono in questa avventura. Alla fine, cioccolatini per tutti.
Noi, dieci noiose domeniche d’inverno le passiamo così, suonando, giocando e mangiando i dolci […]. Poi, in primavera, siccome ci prendiamo gusto, alcune domeniche continuiamo a passarle lo stesso così. E voi?

Io, amante della musica e fervida sostenitrice dell’educazione musicale (nonché mamma), non posso che congratularmi con “I Nove della domenica” (scriviamone anche i nomi, se lo meritano: Andrea Giacometti, Marta Arrighini, Elisabetta Iorio, Viola Bonomini, Clelia Malighetti, Camilla Malighetti, Irene Bianchetti, Paolo Bonomini, Giulia Gustinelli): ancora adesso far musica così è un privilegio per pochi.
Come anche Giacometti sogna (lo si legge nella presentazione dello spettacolo), sarebbe davvero bello che in tante case (e, perché no, in tutte le scuole di ogni ordine e grado, riformate e in attesa di riforma) nascessero gruppi del lunedì, del martedì, del mercoledì …

Brescia Musica, febbraio 2001, pg.1