The Darkness of the Hate (Studio su Guernica) per violoncello solo.
«Per tenere i popoli a freno, di nemici bisogna sempre inventarne, e dipingerli in modo che suscitino paura e ripugnanza»
Umberto Eco
Partendo dalle suggestioni della “Guernica” di Pablo Picasso e dalle personali riflessioni su tutte le vittime dell’odio, del rancore e della paura violenta, The Darkness of the Hate è stato costruito a partire da un antico canto mesopotamico, simbolo di una civiltà antica e fiorente, che gradualmente si sfalda e si sgretola attraverso operazioni di trasformazione e derivazione insieme astratte e gestuali, che intendono comunicare all’ascoltatore/spettatore la forza distruttiva della violenza e dell’odio. In una escalation quasi logaritmica, dalla dolcezza del canto iniziale si giunge infatti al parossismo delle dinamiche e della velocità, dove tutto si consuma rapidamente, fino alla lacerazione di un disperato canto Siriano affidato alla voce del solista, un canto che si ricomporrà solo nel finale, lasciando aperta una piccola porta alla speranza. The Darkness of the Hate si pone come tentativo complesso di unire la ricerca compositiva alla comunicazione emotiva, senza ricorrere ad altra retorica che non sia quella del timbro e della gestualità strumentale del violoncello, la vox humana degli strumenti ad arco.
Antonio Giacometti
Al popolo Siriano e ai suoi profughi, martoriati dagli odi incrociati di chi li attacca e di chi sta a guardare compiaciuto.